La forza del ventre
 


Pamela canalizza Maria di Magdala.

Cari amici,

sono Maria Maddalena. Vi saluto tutti con calore e con la gioia nel cuore. Io vi conosco e mi siete molto familiari. Noi siamo una famiglia di Anime e percorriamo ciascuno a suo modo lo stesso cammino. Oggi vorrei parlarvi dell’energia femminile e di come farla sbocciare in questo momento storico, perché questo è essenziale al cambiamento della coscienza che l’Umanità deve integrare nella sua totalità. E’ davvero necessario trovare un equilibrio tra l’energia maschile e quella femminile, sia nel mondo nel suo complesso che in ciascun individuo come singolo. L’energia femminile è stata a lungo oppressa, violata e ferita e questo ha condotto alla dominazione unilaterale dell’energia maschile. A prima vista, sembrerebbe che la bilancia abbia ritrovato già il suo equilibrio: in molti paesi le donne hanno già più o meno gli stessi diritti dell’uomo. Possono crescere (evolvere?) libere quanto gli uomini, beneficiare dell’istruzione, fare carriera, ottenere posti di rilievo e accumulare ricchezze.

Tuttavia, a un livello più profondo, manca ancora qualcosa per raggiungere il vero equilibrio. Infatti, quello che in realtà accade quando le donne combattono per ottenere questo genere di uguaglianza, è che si appropriano anche loro dell’energia maschile per dominare e controllare e la utilizzano per i propri interessi. Non è che sia sbagliato, ma la questione è sapere se questo nutre davvero pienamente l’anima femminile (delle donne e del mondo nella sua interezza n.d.t.). D’altra parte la stessa questione si pone per l’anima maschile: può nutrirsi e realizzarsi davvero accumulando potere e predominio?

Nella nostra epoca ci sono sempre più persone che cercano una realizzazione più profonda. Vivere a partire da un’ispirazione, in connessione con la terra, affidandosi al proprio cuore piuttosto che all’angoscia…. sono ideali che adesso toccano il cuore delle giovani generazioni. La vecchia energia maschile di controllo e oppressione ha fatto il suo tempo. C’è una nuova generazione ormai che pensa e sente in modo differente, ed è grazie a questa che sarà possibile una vera rinascita dell’energia femminile. E qui si tratta non solo di ristabilire diritti e libertà sociali e politiche per la donna, ma di una guarigione effettiva di ferite profonde, interiori, inflitte alla sua psiche.

Che cosa è successo all’energia femminile? È stata privata della sua forza in molti modi, sia spiritualmente che attraverso la violenza fisica. Tutto è scritto sui libri di storia, quindi non c’è bisogno che io mi dilunghi sui dettagli. In questo momento voglio far riferimento in particolare a ciò che la violenza ha rimosso nell’energia femminile. Quando guardiamo il campo aurico femminile collettivo, quindi il campo energetico della donna media, allora possiamo notare che a livello del ventre c’è un vuoto. C’è un buco. Il campo energetico dei centri inferiori (il chakra della radice, il chakra delle emozioni e il plesso solare) ha perso il suo potere e si è svuotato. In questa zona fisica ed energetica ci sono in molte donne, anche solo inconsciamente a volte, sentimenti d’indegnità, di angoscia e d’insicurezza profonda. La forza del ventre originale è vitale e naturale: le donne sentono naturalmente un legame con la Terra, col ritmo delle stagioni, e custodiscono nel proprio cuore la saggezza attraverso un forte sentimento di dignità, di rispetto di sé stesse. Tuutto ciò è andato perduto lungo i secoli e senza queste fondamenta, questa forza naturale del ventre, la donna non può connettersi al proprio cuore in maniera equilibrata rispetto al mondo che la circonda. Dà troppo e si perde nell’energia degli altri, è incapace di prendere il proprio posto nel mondo e stabilire  dei limiti.

Quando si è profondamente feriti nel proprio centro (quindi nella propria essenza) da rifiuti, violenza e umiliazione, si verifica uno spostamento del campo energetico (aurico). La coscienza si ritira dal ventre, sede dell’emozione, del contatto e dell’intimità. Una donna si ritira da questa zona quando diventa troppo doloroso per lei essere presente lì. Si crea una dissociazione. La coscienza sale e resta attaccata al bordo (superiore) dell’aura. I sentimenti si spengono (l’entusiasmo si spegne), si può verificare un principio di depressione o una sensazione di fatica costante e di non essere in grado di affrontare le cose, una mancanza generale di energia insomma. A parte il trauma della violenza subita, e la profonda confusione emozionale che ne deriva, si crea anche una profonda tristezza e la sensazione di vuoto dell’aver perduto sé stessa. In questo brevemente si riassume ciò che è accaduto nella psiche femminile. Benché non tutte le donne singolarmente presentino questo modello in senso stretto, si può rilevare una tendenza generale che potremmo riassumere nei seguenti aspetti:

- Il bacino, che ospita il campo dell’emozione, della sessualità e dell’intimità, e che per sua natura è solidamente collegato alla terra, è relativamente vuoto. E’ pericoloso essere presente là, sia per il dolore che persiste come un ricordo ma anche a causa della forza che vi giace addormentata. E fa paura lasciar entrare quella forza.

- Per effetto di questo arretramento, si è creata una voragine nel campo energetico tra i centri superiori e quelli inferiori, tra la zona del cuore e quella del ventre.

- L’energia del cuore, il centro dell’ispirazione e dell’amore, non può liberarsi a sufficienza e quindi collegarsi col mondo e con gli altri. C’è troppa angoscia e troppa incertezza, oppure c’è una tendenza a collegarsi così tanto all’altro che si perde se stessi e si diventa emozionalmente dipendenti dall’altro.

Anche donne che non hanno conosciuto violenza (diretta) nelle proprie vite (morale, fisica o sessuale) presentano spesso questo problema. È questo il caso di un danneggiamento dell’energia femminile subito in una o più vite precedenti e non ancora completamente guarito. Ci si porta quindi appresso un vecchio modello da altre vite. In più, come donne, si subisce l’influenza della psiche femminile collettiva, le immagini che in generale sono associate alla donna e le esperienze vissute nel passato. Ogni donna deve affrontare ciò di cui parliamo dunque. Per nessuna è naturale lasciar scorrere l’energia del ventre in modo spontaneo.

In questo periodo di trasformazione cosciente diventa ancora più importante guarire la ferita energetica nel ventre.  Quando si cresce spiritualmente e si sente il desiderio di voler vivere seguendo il cuore e la propria ispirazione più sincera, si scoprirà, come donne, di non avere più paura dentro di sé. Affermarsi, crescere come essere completo e accettare dei conflitti, tutto ciò non è senza conseguenze e ci mette faccia a faccia con questioni profonde riguardo all’autostima e all’importanza di restare fedeli a se stesse. In un certo senso ci viene richiesto, come donne, di trasmutare nel profondo di sé una parte del dolore collettivo del genere femminile. Affrontando e guarendo il proprio dolore, si liberano nuove vie per l’evoluzione della coscienza di gruppo.

La crescita spirituale può essere considerata come l’apertura del cuore, unirsi con l’altro nell’amore, lasciando andare l’ego. Tuttavia, in modo particolare per le donne che mancano di questa forza nel ventre, questa apertura presenta dei rischi. Infatti, quando ci si collega all’altro, senza essere realmente presenti nel proprio ventre, nel proprio centro vitale, quindi nel rispetto delle proprie esigenze e della propria verità, è possibile che il legame con l’altro porti ad una perdita del proprio sé e questo fino all’esaurimento della propria energia. Ed è appunto quando si è ipersensibili, con un chakra del cuore aperto, e quindi particolarmente ricettivi rispetto agli stati d’animo e alle emozioni altrui, che si rende davvero necessario prendere coscienza dei propri limiti. Questo significa rafforzare l’ego, nel senso di mantenere una cognizione precisa e consapevole di dove finiamo noi e inizia l’altro (dei rispettivi limiti energetici ndt). Con ciò intendo anche dire che si prende coscienza di dare troppo, evidentemente perché desideriamo essere amati o perché non osiamo dire di “no”. Un ego sano ci permette, invece, di sentire chiaramente ciò che accade dentro di noi nell’interazione con altre persone. Il termine ego ha subito un’ alterazione, risultando associato esclusivamente a tutto ciò che è negativo (inferiore) e quindi di cui disfarsi ma, soprattutto nel caso delle donne, questa forma di realizzazione di sé, nel rispetto dei propri limiti, è veramente importante. Per gli uomini è diverso.

 Gli uomini vengono cresciuti secondo un’altra morale. Come maschi, sono incoraggiati a mostrare di cosa sono capaci, a battersi e distinguersi. D’altra parte, questo può risultare molto doloroso per i ragazzi che non si sentono particolarmente a proprio agio in questo modello, ragazzi di natura sensibile, calma o riflessiva. In ogni modo, possiamo dire che si incoraggiano di meno gli uomini a darsi apertamente, mentre in loro vengono valutate positivamente l’ambizione e la capacità di affermarsi. Anche per gli uomini, tuttavia, siamo di fronte ad una ferita energetica provocata da esperienze del passato. Gli uomini si sono separati dalla propria energia femminile, i loro sensi sottili e la loro intuizione, e questo si fa sentire in loro come una perdita di gioia, di emozione e di senso della comunione e condivisione profonda. C’è un vuoto nel loro cuore, non nel ventre, e questo vuoto li fa soffrire quanto le donne soffrono del vuoto nel proprio ventre. Entrambi i sessi sono coinvolti e danneggiati dalla tradizione culturale della società in cui vivete, benché feriti in maniere differenti, il che fa sì che la guarigione debba avvenire in modo differente.

In generale, per gli uomini, è importante mettere l’accento sull’apertura del cuore. Prendere contatto con i propri sentimenti, poter mostrare la propria vulnerabilità, lasciar entrare dentro di sé l’energia femminile è un passo fondamentale verso la guarigione. In un certo senso, la stessa cosa vale per le donne, ma in direzione inversa. Per loro, il cammino verso l’autoguarigione passa piuttosto attraverso il restare fedeli a se stesse, porsi dei confini (in senso positivo di saper dire no, sapersi tenere salde sulle proprie posizioni… ndt) e riconoscere il valore unico dei propri doni. Energeticamente questo sigifica per loro integrare l’energia del proprio cuore, della propria anima fino al livello dei chakra del ventre, quindi profondamente radicata nel bacino, simbolo e sede della forza più autentica dell’energia femminile.

Uno dei modi che permetterebbero alle donne di ritornare presenti a livello del bacino è di agire con più coscienza rispetto alla collera che albergano dentro di sé. Molte donne reprimono le proprie emozioni di collera o di disappunto. La collera risveglia l’angoscia, ovvero un sentimento d’impotenza. Sentirsi seccate è pericoloso perché questo potrebbe portare ad essere in conflitto con gli altri. Quando non ci si sente capaci di difendersi o di esprimere la propria collera, ci si sente impotenti. Questa collera può trasformarsi in un senso di spossatezza (cronica ndt), passività o, eventualmente, cinismo. Questa collera, però, può essere vista anche come un segnale prezioso che qualcosa o qualcuno ha passato i limiti e di conseguenza ci si sente feriti. Un segnale che potremmo utilizzare per creare dei cambiamenti positivi nella nostra vita.

Accogliendo la collera, ci si prende sul serio  (ci si dà ascolto) e la forza contenute nella collera potrà esprimersi in maniera positiva. Il primo passo sta nel non vedere più la collera come qualcosa di negativo e nel smettere di giudicare se stesse. Questo è più difficile per le donne che per gli uomini. Le donne sono piuttosto abituate a mettersi da parte per lasciare spazio all’altro invece che esigere  per sé il proprio spazio naturale.

E’ per questo che lancio un appello a quelle donne ipersensibili che intraprendono il cammino spirituale: siate consapevoli della forza che avete nel ventre, riappropriatevi di questa forza, osate essere voi stesse e osate prendere il posto che vi spetta nel mondo. Il più delle volte voi associate la spiritualità all’amore, alla luce, al sentirsi uniti. Questo evidentemente ha una grande importanza, ma un’unione equilibrata dipende dalla capacità di saper separare il proprio sé da quello degli altri, rispettando i propri limiti e bisogni. E’ così che si comincia a dare il giusto valore alla propria forza, ai propri talenti e alle proprie emozioni.

Io stessa ho vissuto in un’epoca in cui la libertà di espressione delle donne non era accettata, né tantomeno valorizzata. Io sentivo un legame profondo con il messaggio portato da Jeshua ben Joseph e con l’essenza stessa dell’Energia Cristica. Ero profondamente toccata dalle sue parole, dalla sua Luce, e in quella vita cominciavo a ricordarmi sempre più a fondo Chi ero davvero. Ma d’altra parte sentivo in me una collera profonda verso i poteri istituzionali, che mi impedivano di essere me stessa: indipendente, forte, cocciuta.  Mi ritrovavo regolarmente a combattere i miei sentimenti d’impotenza e di rabbia. Il mio ventre era totalmente occupato dall’energia della frustrazione e albergava un sentimento d’inferiorità e di sfiducia in me stessa. La mia missione consisteva proprio nel riconoscermi e accettarmi per come ero, compresa la mancanza di rispetto per me stessa, e nel lasciar andare le aspettative riguardo al giudizio degli altri.

Questa è una sfida per tutti noi. Ma le donne in particolare, mancando di questa presenza naturale a livello del ventre, tendono a darsi troppo a partire dal cuore, fino a svuotarsi energeticamente, o a dare troppo nelle relazioni affettive, con il proprio compagno, o con i figli, i parenti, gli amici… Perdersi nell’altro spesso è un segnale che non siamo completamente presenti a noi stessi, saldi sulle nostre fondamenta. Quando qui c’è un sentimento di vuoto o di alienazione, si è portati a fondersi con qualcun altro. In apparenza si tratta di amore, ma c’è dell’altro in fondo: abbiamo bisogno dell’altro per sentirci bene e sentirci accettati. Una vera crescita spirituale comporta il porsi la domanda: A partire da quale motivazione profonda entro in contatto col mondo che mi circonda, con il mio compagno, con gli amici, con i figli, con i parenti…?

 Scegli una delle tue relazioni e dirigi l’attenzione al tuo ventre, sentendo in quel punto preciso quanto spazio prendi o ricevi in quella relazione. Scegli ad esempio il tuo compagno e poniti la domanda, sentendo se percepisci davvero profondamente nel tuo ventre lo spazio della sua presenza. Fai la stessa cosa con un’amica. Respira profondamente nel ventre quando pensi a lei e osserva cosa succede. Respiri con difficoltà oppure senti una sorta di blocco? Fanne l’esperienza attraverso il pensiero. La questione vitale è: il tuo ventre riesce a distendersi in questa relazione? Ti senti accettata e libera di essere te stessa? Oppure senti di dover fare degli sforzi, di essere costretta a contorcerti o di perdere la tua energia relazionandoti all’altro? In questo caso la tua coscienza  se ne va verso l’alto e tu lasci le tue fondamenta, il tuo ventre. Se questo è il tuo caso, non giudicarti, ma guarda piuttosto con amore ed onestà la tua paura di essere “grande” e prendere il tuo posto nel mondo.

Riconoscendo la propria angoscia, la si può trasformare. E non lo si fa da sole. E’ il campo energetico collettivo delle donne che sta cambiando. Ciò che facciamo per noi stesse, servirà alle altre e viceversa.


© Pamela Kribbe

www.jeshua.net/it

Traduzione: Viviana Barbaro